In risposta all'articolo comparso su: http://www.prolocofondi.it/archivio/2015/06 giugno 2015/Sarcofago storia e domande.html Forse non tutti sanno cos'è il metodo di datazione al Carbonio 14 o meglio Radiocarbonio. E' un metodo di laboratorio che consente di datare con discreta precisione reperti organici (ossa, legno, tessuti etc.). Si basa sul concetto di "decadimento" di un particolare isotopo radioattivo di cui siamo fatti noi esseri viventi, il Carbonio 14. Oggi è possibile misurare questo decadimento in modo da ottenere una data che va indietro nel tempo sino a quando si presume che l'essere ...vivente, oggetto della datazione, sia morto (momento in cui inizia il decadimento del C14). Non è finita qui. La datazione che esce fuori dal laboratorio, ha bisogno di essere "calibrata" perché, come tutte le misurazioni, possiede un margine di errore che dipende dalla natura del campione datato. Il risultato definitivo è una data calendariale (Before Christ / Anno Domini) compresa in un intervallo di tempo che, su un periodo relativamente recente, potrebbe avere un grado di incertezza di 100/200 anni che non risolve il problema ma lo amplifica. - Che senso ha quindi spendere soldi (eh si! perchè la datazione viene fatta da esperti, ed ha un suo prezzo!) per datare i resti umani del Sarcofago delle Querce, quando attraverso un dettagliato studio dello stile e dell'iconografia della raffigurazione si può arrivare ad avere un grado di precisione di 25 anni? Studio che, tra l'altro, è in corso da parte di ricercatori universitari. - Considerato che le ossa furono lavate, in un momento successivo la scoperta, avremo un campione totalmente non idoneo ad essere datato. Una delle condizioni fondamentali di qualsiasi studio e misurazione è che il contesto, in questo caso i resti umani, rimanga "puro" ed incontaminato. Chiudiamo con una citazione: "L'archeologia è una disciplina serissima che può fornire utilissimi contributi alla conoscenza del nostro passato, delle nostre origini e in definitiva di noi stessi. Al fianco dei numerosi studiosi seri, tuttavia, esistono sedicenti esperti che sostengono bizzarre teorie. Si tratta di veri e propri fantarcheologi che, invece di basarsi sui fatti, danno libero sfogo alle proprie fantasie e alla propria immaginazione. Questi personaggi sostengono spesso l'esistenza di oggetti che, per la loro natura, rivoluzionerebbero tutte le concezioni che la storia e l'archeologia hanno elaborato su di noi. I fantarcheologi accusano il mondo accademico ufficiale di rifiutare pregiudizialmente di prendere in seria considerazione tali reperti per una sorta di chiusura mentale e per difendere i privilegi acquisiti. Essi assumono spesso un atteggiamento vittimistico denunciando un atteggiamento complottistico nei propri confronti da parte dell'establishment scientifico." Silvano Fuso, Pinocchio e la Scienza: come difendersi da false credenze e bufale scientifiche, Bari 2006
In tutto ciò, con il massimo rispetto di tutte le opinioni in materia ( mi inchino dinnanzi agli esperti) vorrei capire poi, da contribuente, ( scusate la banalità) chi paga. Una spesa di tal genere inserita in un contesto di valorizzazione vera ai fini storico-archeologici del patrimonio della nostra città, con indubitabili riflessi ai fini turistici, è un conto, appagare la curiosità (legittima, apprezzabile, economiabile) di qualcuno dovrebbe far riflettere prima di spendere soldi pubblici. O c'è forse uno sponsor privato ?
In questo caso la spesa è totalmente a carico del comune. Ma il punto non è la questione economica, perché entrambi sappiamo che questi soldi non ci sono e non ci saranno mai (ed in questo caso meglio così, sarebbero soldi buttati). Con il nostro intervento vogliamo sottolineare come, affidandosi a persone sbagliate, si fanno delle scelte che mettono a rischio la credibilità culturale della nostra città e del suo patrimonio. Basti pensare alla vetrina allestita al secondo piano del castello con scritto "Preistoria", mentre in realtà sono banali pietre di calcare raccolte in montagna. Siamo stanchi, da professionisti della materia, di vedere queste cose. Con tutto il rispetto per il prof. Quadrino, e la sua lunga carriera da insegnante, ma l'archeologia nel 2015 è tutt'altra cosa.