Raccolta firme per la legittima difesa

Discussione in 'Fondi e i fondani' iniziata da Eddy, 20 Aprile 2016.

  1. Eddy

    Eddy

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    "L’iniziativa per la raccolta di firme per la legittima difesa è partita dall’Italia dei Valori.

    L’obiettivo è quello di rendere più severe le pene in caso di violazione del domicilio e quindi di tutelare maggiormente chi subisce furti o aggressioni nella propria casa. Nel dettaglio, la proposta di legge è finalizzata a modificare gli articoli 55 e 614 del codice penale.


    Con la modifica dell’articolo 55 il disegno di legge intende escludere l’eccesso colposo in legittima difesa, vale a dire legittimare il padrone di casa a poter difendere se stesso e i propri beni senza subire denunce.

    La modifica dell’articolo 614, invece, richiede l’ aumento della pena fino a 6 anni per chi commette il reato di violazione di domicilio, ed un ulteriore aumento fino a 7 anni nel caso in cui il colpevole sia palesemente armato al momento dell’aggressione.

    Infine, la proposta di legge intende anche negare il risarcimento danni in caso di lesioni subite dall’aggressore da parte del padrone di casa.



    La raccolta di firme per la legittima difesa non costituisce di per sè un referendum, ma serve per poter presentare in Parlamento la proposta di legge popolare: secondo la Costituzione, infatti, servono 50.000 firme per poter presentare il disegno di legge al Parlamento. Successivamente la proposta dovrà essere discussa ed approvata per rendere possibile la modifica dei due articoli.


    La raccolta di firme per la legittima difesa ha avuto inizio il giorno 1° Aprile 2016 e continuerà fino al 25 Maggio 2016.

    Chi è interessato ad aderire all’iniziativa dovrà recarsi presso l’Ufficio Anagrafe o presso la Segreteria del proprio Comune dove troverà l’apposito modulo.

    Per poter apporre la propria firma è sufficiente essere in possesso della Carta d’Identità ed essere residente nel Comune in cui si intende firmare."
     
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  2. Gemini

    Gemini

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    Non sarebbe più idoneo un gazebo in piazza cosi che tutti possano venirne a conoscenza di tale raccolta firme?
     
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  3. IPPOMAN

    IPPOMAN

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    Avevo saputo della raccolta firme per questo referendum, ma nessuno fin'ora mi aveva spiegato in modo chiaro quale fosse l'oggetto.
    Andrò a firmare sperando che il governo ne riconosca la bontà e faccia una legge giusta ed adeguata ai tempi che stiamo vivendo, mi dispiacerebbe che si spendessero altri soldi sapendo che gli Italiani amano il calcio, la TV spazzatura e per niente la società in cui vivono ...........non si muovono dal divano neanche quando sono in gioco i loro diritti.

    Per fortuna abbiamo visto che più del 30% di cittadini una coscienza civile ancora ce l'ha, cresciamo un po di più e prendiamo a calci questi parassiti, incapaci, incompetenti e disonesti che ci governano.

    Io spero di poterlo fare presto..........dipende solo da noi cari cittadini Italiani .......svegliaaaaaaaaaa ci stanno rubando tutto anche il futuro.


    cats.jpg
     
    Ultima modifica: 20 Aprile 2016
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  4. lunetta

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    RIPORTO:
    "Non sarebbe più idoneo un gazebo in piazza cosi che tutti possano venirne a conoscenza di tale raccolta firme?"

    Infatti! Già la popolazione nazionale si disinteressa di tutto e ha dimostrato di non tenere nemmeno alla propria salute con il flop del 17. Mettiamoci pure il fatto che al comune c'é un solo addetto alla raccolta delle firme e che quando questi è assente non è possibile firmare e si riceve solo un "torna domani!"
    (A me non pare una cosa tanto normale.)
    Forse parlo senza sapere bene come funzionano queste cose (mettiamo in conto anche questo), ma secondo me, quando l'addetto non può recarsi in ufficio, dovrebbe delegare un suo collega alla raccolta delle firme fino al suo ritorno. Se sono stati dati i giorni e gli orari in cui si può andare a firmare, nei termini previsti deve essere assicurata la possibilità di poterlo fare.
    La maggior parte dei cittadini che riceve una risposta del genere non torna una seconda volta, appositamente per firmare.
    Faccio un pensiero maligno, ma non completamente fuori rotta: visti gli esempi del governo nazionale, mi viene da pensare che alla fine è anche questa tutta una tattica per cercare di raccogliere meno firme possibili.o_O (ad opera di qualcuno al di sopra delle nostre compagini politiche)
    Facendo la raccolta delle firme presso gli uffici del comune di appartenenza comporta sicuramente meno affluenza.
    Anche qui si farà la fine del referendum del 17?
    Portare la questione pratica in piazza sarebbe una buona cosa.
    Magari il sabato e la domenica (giorni in cui non è possibile firmare al comune) portare la questione in piazza e dal lunedì al venerdì presso la segreteria del comune come si sta già facendo.
     
  5. Eddy

    Eddy

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    Ho provato ad allegare qui i moduli da firmare da consegnare agli uffici del Comune a ciò preposti ma purtroppo risulta impossibile.

    Ogni volta che ci provo continua sempre a saltare fuori un messaggio di errore che dice che si è verificato un problema con il caricamento del file PDF:mad:.

    Bho?:(
     
  6. Eddy

    Eddy

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    Niente da fare!


    Ho provato anche ad allegarli comprimendoli in formato ZIP o RAR.

    Continua sempre a saltare fuori un messaggio di errore che dice che si è verificato un problema con il caricamento del file:mad:.
     
  7. Eddy

    Eddy

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    Copio e incollo qui quello che c'è scritto sui moduli:


    Proposta di legge di iniziativa popolare contenente:

    “Misure urgenti per la massima tutela del domicilio


    e per la difesa legittima”


    Relazione


    Recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza l’esistenza di criminali sempre più spietati e spericolati che si introducono nelle altrui abitazioni o altri luoghi di privata dimora, compresi quelli ove viene esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.

    Questa criminalità, per lo più volta a commettere delitti di rapina o di furto, pone costantemente a repentaglio l’altrui e la propria incolumità, talora determinando legittime reazioni a difesa delle persone e dei beni. Siffatta criminalità, sempre più pericolosa e in continua crescita, da luogo ormai ad una situazione che genera fortissimo allarme sociale e fa lievitare la richiesta di rassicurazione. Mentre si auspica vivamente il rafforzamento delle misure collettive e individuali di protezione, anche attraverso il potenziamento delle forze di polizia e dell’intelligence trattandosi per lo più di bande e associazioni criminali, è ormai ineludibile ed urgente intervenire legislativamente nel senso di punire più severamente la violazione del domicilio col raddoppio delle pene (articolo 1, lettere a) e c)), escludendosi altresì qualsiasi responsabilità per danni subiti da chi volontariamente si è introdotto nelle sfere di privata dimora, e di accrescere la possibilità di difesa legittima senza incorrere nell’eccesso colposo (articolo 1, lettera d)), mentre il delitto sarà sempre punibile d’ufficio quando funzionale al compimento di altri delitti perseguibili d’ufficio, come la rapina o il furto. Siffatto ampliamento legislativo della tutela, volto anche ad evitare il rischio di alimentare la cultura dello “sceriffo fai da te” cavalcata da forze politiche estremiste nei toni, ma improduttive nelle soluzioni, vuole invece costituire un più forte deterrente verso la categoria di criminali dediti a furti e rapine nei

    luoghi di privata dimora, i quali così sapranno di non poter più beneficiare di scappatoie giuridiche e di non poter più volgere a proprio profitto norme dettate a tutela di persone per bene, quale la risarcibilità del danno. Chi si introdurrà nei privati domicili saprà, dunque, di pagare più severamente e di non potersi trasformare da aggressore in vittima chiedendo il risarcimento di danni: “imputet sibi” ogni possibile conseguenza del proprio iniziale agire criminale (articolo 1).Per le stesse ragioni chi difende l’incolumità o i beni propri o altrui all’interno del proprio domicilio non potrà rispondere della propria condotta, neppure a titolo di eccesso colposo in legittima difesa (articolo 2).


    PROPOSTA DI LEGGE


    Art. 1


    (Modifiche all’articolo 614 del codice penale)


    1. All’articolo 614 del codice penale sono apportate le seguenti modifiche:

    a) Al primo comma le parole “da sei mesi a tre anni” sono sostituite dalle seguenti ”da uno a sei anni”;

    b) Al terzo comma sono aggiunte le seguenti parole: ”Ma si procede d’ufficio se il fatto è stato commesso per eseguire un delitto perseguibile d’ufficio”:

    c) Al quarto comma le parole “da uno a cinque anni” sono sostituite dalle seguenti “da due a sette anni”;

    d) Dopo il quarto comma è inserito il seguente:

    “Colui che ha posto in essere una condotta prevista dai commi precedenti non può chiedere il risarcimento di qualsivoglia danno subìto in occasione della sua introduzione nei luoghi di cui al primo comma”.


    Art. 2


    (Modifiche all’articolo 55 del codice penale)

    1. All’articolo 55 del codice penale, in fine, è aggiunto il seguente paragrafo: “Non sussiste eccesso colposo in legittima difesa quando la condotta è diretta alla salvaguardia della propria o altrui incolumità o dei beni propri o altrui nei casi previsti dal secondo e dal terzo comma dell’articolo 52”.
     
  8. lunetta

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    Com'è? Alle discussioni più importanti, nonché di interesse comune, la partecipazione scarseggia?
    Tutto tace sull'argomento? Non un commento, un parere, un cenno di adesione....
    o_O
     
  9. Eddy

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    "L'Italia ... una palude che sta diventando una fogna!"

    Roberto Gervaso

    Sulle inutili e insulse boiate pubblicità a manetta ... sulle cose veramente importanti silenzio assoluto!
     
  10. lunetta

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    Portarlo in piazza avrebbe dato molte opportunità in più di partecipazione!
    Ricordo che c'è tempo fino al 25/05 e che bisogna portare un documento d'identità valido.
     
  11. Eddy

    Eddy

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    Per quanto mi riguarda ne ho messo a conoscenza tutti i contatti della mia rubrica e-mail e tutti quelli che conosco di persona.
     
  12. Eddy

    Eddy

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    LOMBARDIA
    Il Giornale.it
    Sergio Rame
    20 ottobre 2015
    Romeno gli entra in casa per rubare: anziano gli
    spara e lo ammazza.
    Una banda di romeni tenta il furto. Il padrone di
    casa se ne accorge e ne uccide uno. Gli altri fuggono.
    I vicini: “Quest’estate ha subito quattro furti”.
    Ma i giudici lo indagano per omicidio volontario.
    Notte di sangue a Vaprio D’Adda, paesino in provincia
    di Milano a pochi chilometri da Bergamo.
    Un 28enne romeno è entrato in un appartamento per
    rubare. Il padrone di casa, un pensionato di 65 anni,
    gli ha sparato ammazzandolo sul colpo. L’uomo, che
    si è limitato a difendersi, è stato immediatamente indagato
    dai magistrati per “omicidio volontario”.
    Secondo le prime risultanze investigative, il ladro si è
    introdotto nell’appartamento dalla finestra per svaligiare
    l’appartamento. “Dopo essersi tolto le scarpe - hanno
    raccontato gli inquirenti - ha infilato dei calzini sulle
    mani, forse per non lasciare impronte”. Avendo sentito
    alcuni rumori, Fancesco Sicignano si è spaventato e
    ha esploso un colpo contro la sagoma che gli veniva
    incontro puntandogli qualcosa addosso, probabilmente
    una torcia. Subito dopo è uscito sul balcone e ha
    notato altre due persone. Ha, quindi, esploso due colpi
    in aria con la sua calibro 38 legalmente detenuta
    e li ha messi in fuga. L’allarme è stato dato da una
    vicina di casa che ha visto i tre tentare di scavalcare
    il muro di cinta, ma quando i carabinieri sono arrivati
    sul posto il malvivente era già morto.
    Sicignano abita nella palazzina con la moglie che,
    al momento dell’effrazione, dormiva con lui al terzo
    piano, il figlio e la nuora, che invece dormivano al primo.
    Rispetto ad una prima ipotesi di eccesso colposo
    in legittima difesa, la procura di Monza ha formulato
    la nuova contestazione accusandolo di omicidio volontario.
    “Mi sono procurato l’arma dopo aver subito
    diversi furti in casa”, ha raccontato ai magistrati della
    procura di Monza che, dopo il tentato furto, lo hanno
    subito interrogato. “Da agosto ad oggi, i ladri sono
    entrati da lui quattro volte - ha confermato una residente
    della zona - sono brave persone, lui aveva da poco
    perso la madre e in casa ci sono dei bambini. Anche
    io avrei preso una pistola e sparato se fossi stata al
    posto suo”. Il caso, a causa dell’indagine avviata dai
    magistrati, è diventato già politico.
     
  13. Eddy

    Eddy

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    La Stampa.it
    25 novembre 2015
    Paolo Colonnello
    Assalito da tre banditi armati con volto coperto,
    spara e ne uccide uno: “Ho difeso la mia famiglia”.
    La tragedia ieri sera a Rodano, in una villetta nel Milanese.
    L’uomo ucciso era un ergastolano, ricercato
    per omicidio era già riuscito a evadere due volte. Il
    padrone di casa: «Non era un pistolero». Caccia ai
    due complici in fuga.
    «O ci dai quello che nascondi in casa o uccidiamo
    te e la tua famiglia, hai due minuti per pensarci». Ma
    Rodolfo Corazzo, sessant’anni, commerciante di preziosi,
    a quel punto non ha lasciato passare nemmeno
    due secondi: ha fatto sdraiare a terra moglie e figlia
    di 10 anni, ha estratto la pistola che teneva sotto la
    giacca e ha aperto il fuoco. Un primo colpo contro il
    muro. Un secondo, dopo che i banditi hanno sparato
    a loro volta, dritto al cuore di uno dei tre che lo avevano
    aggredito all’ingresso della sua villetta a Rodano,
    paesino alle porte di Milano tra Segrate e Pioltello.
    È avvenuto tutti ieri sera poco prima delle 21. Rodolfo
    Corazzo era appena tornato dal lavoro. Ha fatto in
    tempo a parcheggiare l’auto nel garage della sua villetta
    quando è stato assalito da tre banditi con il volto
    coperto da passamontagna. Picchiato e trascinato in
    casa, è comparso davanti a moglie e figlia come uno
    zombie. I banditi, dopo essere saliti nelle camere da
    letto e aver preso dei soldi, hanno trovato in un’altra
    stanza dei gioielli che il commerciante aveva negato
    di possedere. A quel punto si sono accaniti, minacciando
    di uccidere tutta la famiglia. È a quel punto
    che il Corazzo, rimasto già vittima di altre rapine, ha
    reagito sparando: un primo colpo contro il muro della
    cucina, cui è seguita una sparatoria con i banditi che
    hanno esploso almeno tre colpi con la calibro 45 che
    avevano preso dalla collezione privata dell’uomo. Il
    malvivente colpito, pare che nonostante il proiettile al
    cuore, sia riuscito a raggiungere il garage dove è stato
    trovato morto. Ora saranno le indagini a stabilire
    l’esatta dinamica dei fatti.
    Il commerciante, interrogato fino alle 4,30 del mattino
    dal pm Grazia Colacicco, non è stato indagato. Ma
    ora ha paura: «Non mi sono nemmeno reso conto di
    aver colpito uno dei banditi. Dopo la sparatoria sono
    rimasto in cucina con mia moglie e mia figlia che era
    terrorizzata e mi sono mosso solo quando ho sentito
    arrivare dei miei vicini di casa». Uno di questi arrivato
    armato con una mazza da baseball.
    L’uomo ucciso era un ricercato. È stato identificato
    come Valentin Frrokaj, albanese di 37 anni, già noto
    alle forze dell’ordine e alle cronache per alcuni rocamboleschi
    fatti di criminalità. Ergastolano (condannato
    per l’omicidio, avvenuto nel 2007, di un connazionale
    nella zona di Brescia, a Parco Gallo), era riuscito a
    evadere per ben due volte. All’identità del rapinatore
    ucciso i carabinieri di Milano e Monza sono giunti
    grazie ai rilievi dattiloscopici dopo aver prelevato
    le impronte sul cadavere e averle comparate con la
    banca dati Afis. Il bandito era stato arrestato proprio
    nella zona dai carabinieri di Cassano d’Adda (Milano),
    dopo una sua evasione avvenuta il 2 febbraio
    2013 dal carcere di Parma. Era stato rintracciato dai
    carabinieri il 14 agosto successivo con addosso una
    beretta carica. Frrokaj era ricercato per un omicidio
    commesso il 23 luglio 2007 a Brescia ai danni di
    un connazionale colpito con un coltello e per il quale
    delitto era stato condannato all’ergastolo. L’albanese è
    anche noto per far parte di batterie di rapinatori e nel
    suo curriculum criminale presenta anche una seconda
    evasione, del 7 maggio 2014, dalla casa circondariale
    di Palermo.
     
  14. Eddy

    Eddy

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    La Provincia di Como
    2 dicembre 2013
    Spara per difendersi dai ladri.
    Loro scappano, lui denunciato.
    Dice il questore Michelangelo Barbato: «Le armi? Lasciatele
    dove sono. Piuttosto tenete un telefono a portata
    di mano, chiamate il 112. L’incremento dei furti
    in abitazione è un dato di fatto ma le forze di polizia
    stanno mettendo in campo tutto l’impegno e tutte le risorse
    disponibili, anche oltre le loro possibilità. Ci serve
    l’aiuto di tutti, e però le armi portano soltanto guai».
    I fatti sembrano dargli ragione. L’altroieri, a Olgiate
    Comasco, al termine di una serataccia di paura e tensione
    di quelle che per fortuna capitano di rado nella
    vita, i carabinieri hanno denunciato per “porto abusivo
    di arma comune da sparo” il proprietario dell’abitazione
    di via delle Betulle che, ritrovandosi quasi a
    tu per tu con un paio di sconosciuti in fuga dalla casa
    della figlia, aveva esploso due colpi di fucile in aria.
    Lo aveva fatto con un’arma da caccia regolarmente
    detenuta, peraltro ben guardandosi dal puntarla contro
    chicchessia, limitandosi a servirsene come deterrente,
    ma le cautele non sono valse a evitargli una
    denuncia. La sua licenza gli consente di custodire il
    fucile e di utilizzarlo per le quaglie, non per altri scopi
    e meno che mai per spaventare un malintenzionato.
    Polizia e carabinieri, sul punto, si mostrano decisamente
    inflessibili, anche alla luce dei tanti precedenti
    finiti nel sangue, con conseguenze penali rilevanti.
    La questione alimenta comunque un dibattito inevitabilmente
    feroce, sulla falsariga di quello che divide
    i fautori delle cosiddette “ronde” e chi invece teme
    che delegare la tutela della sicurezza a privati cittadini
    possa condurre soltanto a conseguenze negative.
    La storia di via delle Betulle è uguale a tante altre.
    Scatta un allarme in una casa vuota, il vicino - in questo
    caso il papà della padrona di casa - si attiva e,
    imbracciando la sua carabina, scende a controllare.
    Trova le luci accese, suona il campanello e un istante
    dopo le luci si spengono. Fa appena in tempo a indietreggiare
    di un paio di passi che, accanto a lui, le
    figure di tre persone sfilano via nel buio, scavalcando
    la recinzione e dandosela a gambe. I due colpi di fucile
    esplosi in rapida successione attirano l’attenzione
    di una pattuglia di carabinieri della stazione di Olgiate
    che incrocia non lontano. I militari si precipitano verso
    via delle Betulle, proprio mentre i ladri scappano.
    Se ne vanno a piedi inghiottiti nell’oscurità dei boschi
    e abbandonando l’auto in strada. È una Volkswagen
    Golf che risulterà poi rubata qualche giorno prima a
    Cesano Maderno, in provincia di Monza Brianza.
    Per il momento, in attesa degli sviluppi di una indagine
    avviata per risalire all’identità del trio di fuggitivi,
    il solo provvedimento coincide paradossalmente con
    la denuncia del padrone di casa. Ancora il questore:
    «Occorre che la popolazione rinunci a questi strumenti.
    Ribadisco l’invito a prendere contatto, in caso di
    bisogno, con il 112». Ma il dibattito è scontato. Ecco,
    per esempio, cosa dice Mauro Caprani, il sindaco di
    Barni che un mese fa, dopo avere subito un ennesimo
    furto nella sua casa di Albavilla, aveva annunciato di
    volere sparare a chiunque osasse violare di nuovo il
    suo domicilio. E aveva affisso un cartello sul cancello
    per avvisare: “Qui si spara”. «Voglio esprimere tutta la
    mia solidarietà al cacciatore di Olgiate. Come si può
    continuare in questo modo? Ci sono furti tutti i giorni
    ed è chiaro che le forze dell’ordine non sono in grado
    di vigilare su tutto il territorio. Il problema è nella nostra
    legislazione, che da un lato è troppo morbida nel punire
    questi reati, e dall’altro impedisce alle persone di
    difendersi dentro le mura domestiche. Mi chiedo che
    paese sia mai questo, se neanche a casa propria ci si
    può più sentire al sicuro».
     

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